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04/09/2019

Il "Cigno Verde" sulla Gazzetta di Parma

La terra come madre che accudisce; l'agricoltura come scommessa di riscatto per coloro che troppo superficialmente vengono liquidati come «disabili psichici»; il mondo imprenditoriale come elemento propulsivo di valorizzazione di chi, fortemente, rischia di essere escluso.
 
Questo e molto altro implica ed esprime il Progetto Barilla di agricoltura sociale, iniziativa unica e distintiva a livello regionale che, ancora una volta, pone Parma, la città di Mario Tommasini, all'avanguardia in fatto di civiltà dei rapporti umani e di condivisione di valori eticamente nobili, che sono presupposto ineludibile di qualsiasi seria e costruttiva visione del futuro.
 
Da due mesi, all'azienda agraria sperimentale Stuard, a San Pancrazio, cinque persone lavorano nei campi per conto della cooperativa sociale di inserimento lavorativo Cigno Verde, che le ha assunte.
 
L'impegno economico è però a carico della Barilla, in base all'articolo 22 della legge regionale 17/05, che regolamenta una forma d’inserimento lavorativo che prevede la stipula di convenzioni finalizzate ai programmi di inserimento nelle cooperative sociali di persone con disabilità grave. Una scelta nel segno della solidarietà, legata alla cultura del nostro territorio, ovvero al settore agroalimentare, di cui l'azienda di Pedrignano è tra le più famose e apprezzate espressioni a livello mondiale.
 
«Il Gruppo Barilla - riferisce l'azienda in una nota - dopo l’impegno assunto nell’elaborata e lunga fase progettuale, esprime soddisfazione per i primi risultati positivi legati a questo progetto pilota, realizzato attraverso la valorizzazione delle relazioni nell’ambito del territorio di Parma, con la partecipazione corale di una serie di realtà associative e istituzionali locali, e concepito per favorire condizioni di inclusione attraverso appropriati percorsi di inserimento lavorativo».
 
Protagonista dell'iniziativa è anche l'Agenzia regionale per il lavoro. «L'unicità del progetto - sottolinea Marco Melegari, responsabile dell'Ufficio collocamento mirato della stessa agenzia - consiste nell'aver messo insieme la parte istituzionale pubblica con la cooperativa, la Barilla e la Stuard».
 
Fabio Faccini, presidente del Cigno Verde, puntualizza che «valore aggiunto del progetto è l’attività di rete, la sua dimensione collaborativa, l’attenzione alle persone che, attraverso il lavoro, recuperano autonomia, dignità e ruolo sociale.
 
Una sperimentazione che ci auguriamo sia ripresa da altre aziende del territorio». Ferdinando Rastelli e Andrea Scannavino, rispettivamente direttore e educatore della stessa cooperativa, affermano che i cinque dipendenti «sono motivati e felici di lavorare in gruppo» e che «questa attività li accompagna in una vera e propria crescita».
 
E mentre il presidente provinciale dell'Associazione nazionale mutilati e invalidi civili Walter Antonini apprezza l'iniziativa («Le convenzioni ex art. 22 sono un’ottima risorsa»), Roberto Ranieri, membro del Cda della Stuard, spiega infine, con giusto orgoglio: «I nostri amici coltivano pomodori e altri ortaggi biologici che poi, con soddisfazione, vendono non solo nell'emporio dell'azienda, ma anche in Ghiaia e in altri mercati. Inoltre, allevano galline e tacchini autoctoni». Lavoro, dunque, unito a inclusione, socialità e vera amicizia. Risultati raggiunti; risultati condivisi.
 
https://www.gazzettadiparma.it/gweb/2019/08/30/news/barilla_progetto_di_agricoltura_sociale-1639674/